Giovanni Giacomo Jori “Giacum de Cicia”, più cognosciù te Fascia co l'inom de èrt de Zot de Rola, l nasc ta Penìa del 1894 te na familia bachèna. Dò aer studià te seminarie de Trent enscin la terza Ginasie, l lascia ló e l va desche volontadif te l'Armèda austro-ungarica. Canche crepa fora la Gran Vera l pèrt per l front orientèl olache l vegn ferì a na giama. Dò che l vegn de retorn, del 1917 l vegn manà a Cencenighe desche tradutor, olache l cognosc Lucia Manfroi, che l marida del 1918. Dò esser stat per n curt temp a Pardac a lurèr aló da la ferata, l se tramuda con sia familia a Trent olache l laora desche portier. L’à dejesset fies, ma demò ot i rua a doventèr gregn. Vegnù de retorn a Penìa, timpruma l laora desche moler e dò per 25 egn l fèsc l spion del bosch per l comun. L fèsc ence l monech e l capocor de la gejia de Penìa. A partir dai egn '60 l’é anter i colaboradores più atives de don Massimiliano Mazzel. L’à n gran enteress e pascion per dut chel che revèrda la cultura fascèna, l tol sù testimonianzes e l scrif per ladin n muie de tesć, ence per i programes radiofonics de la RAI de Busan, che l lec sù enstes doventan una de la oujes più aprijièdes de chi egn. Personaje de na belebona cultura, Giacomo Jori te paìsc l’é conscidrà n om piutost originèl, mìngol “matematico”, ma ence sorì e dotà mascimamenter de umorism, duta calitèdes che sie scric palesa delvers. L mor del 1972. |
Giovanni Giacomo Jori, detto Giacum de Cicia, ma più conosciuto in Val di Fassa con il nome d’arte di Zot de Rola, nasce a Penia nel 1894 da famiglia contadina. Dopo aver frequentato il seminario a Trento fino alla terza Ginnasio, si ritira e si arruola come volontario nell'Esercito austro-ungarica. Allo scoppio della Grande Guerra parte per il fronte orientale dove viene ferito a una gamba. Tornato, dopò il 1917 viene mandato Cencenighe come interprete, dove conosce Lucia Manfroi, che nel 1918 diventa sua moglie. Dopo un breve periodo trascorso a Predazzo, impiegato presso la ferrovia, si traferisce con la famiglia a Trento dove lavora come portiere. Dal matrimonio nasceranno 17 figli, di cui solo 8 giunti all’età matura. Tornato a Penia, inizialmente esercita il mestiere di pittore-imbianchino, poi per 25 anni è impiegato come guardaboschi comunale, svolgendo al contempo l’attività di sagrestano e capocoro presso la chiesa di Penia. A partire dagli anni '60 è tra i collaboratori più attivi di don Massimiliano Mazzel. Diviene un appassionato cultore di cose fassane, nonché raccoglitore di testimonianze e autore di scritti in ladino, lingua di cui diventa fervente sostenitore. Scrive in modo particolare per la RAI di Bolzano, che legge personalmente diventando in breve una delle voci più apprezzate del momento. Personaggio di una certa cultura e di ampie e svariate letture, Giacomo Jori in paese era considerato un tipo piuttosto originale, un po’ “matematico”, ma anche affabile e particolarmente dotato di humor, tutte qualità che i suoi scritti lasciano largamente trasparire. Muore nel 1972. |